Ormai tutti conosciamo o abbiamo sentito parlare almeno una volta di Tecarterapia (Diatermia il nome più corretto). C′è chi la osanna, chi dice che è solo moda, chi afferma che non serva assolutamente a niente, chi sostiene che si possa usare solo in fase sub acuta, e così via basandosi solo ed esclusivamente sulla propria esperienza personale. Ma quanti si sono soffermati a valutare come la Tecarterapia venisse effettivamente applicata??? I macchinari sono tutti uguali? I protocolli applicativi sono identici? Il tempo di applicazione è sempre lo stesso? Quello che vado a raccontarvi in poche righe è il frutto della mia esperienza lavorativa di 15 anni di massofisioterapista con pazienti sportivi (professionisti e amatoriali) e sedentari, pre e post chirurgici, anziani e ragazzini.
Il primo punto da cui voglio partire è dal mio punto di vista fondamentale.
1.LA TECARTERAPIA É OPERATORE DIPENDENTE
Il macchinario non nasce per essere applicato passivamente al paziente nella zona del dolore e lasciato per un tot di tempo. L′interazione uomo macchina è la vera forza della tecarterapia. Il macchinario va guidato nelle mani del terapista come quelle di un pilota di Formula 1 guidano il volante della vettura. Il terapista con la sua costante presenta varia intensità e zona da trattare interagendo attivamente con il paziente che diventa protagonista del trattamento stesso.
2.I PROTOCOLLI APPLICATIVI
Come accennato in precedenza la tecarterapia non si applica loco dolente, almeno non in modo esclusivo. Il terapista con la sua costante presenza fa un′analisi biomeccanica della patologia e tratterà tutte quelle zone che direttamente o indirettamente agiscono in modo negativo sulla problematica. Da qui nasce una geometria applicativa tra l′elettrodo veicolato nella mani del terapista e la piastra di ritorno che permette il verificarsi del principio fisico diatermico. In base alla patologia contemporaneamente all′azione della tecarterapia verrà associato il massaggio, la mobilizzazione articolare, o la kinesi (passiva, attiva-assistita o attiva). In questo modo all′interno della stessa seduta massofisioterapica si avranno i benefici combinati di più metodiche di trattamento, aumentando i risultati terapeutici e accelerando il recupero biologico.
3.TEMPO DI APPLICAZIONE
Sul tempo di applicazione troviamo una vasta varietà di tempistiche: 15/20/30/45 minuti. La mia esperienza mi suggerisce che per ottenere il massimo risultato da una seduta di tecarterapia, il tempo applicativo minimo deve essere di circa 1 ora. Con gli atleti o in casi di problematiche particolari anche di più. Ma mai meno. Con un′ora di appuntamento il terapista ha il tempo, come già accennavo precedentemente, di trattare la patologia al 100% non soffermandosi solo sul luogo del dolore e dell′infiammazione ma di valutare tutte le interazioni tra i vari segmenti corporei che agiscono negativamente sulla problematica.
4.MACCHINARIO DA TECARTERAPIA
Questo è il parametro più difficile da giudicare per il paziente. Sicuramente i macchinari non sono tutti uguali e come per ogni dispositivo ci sono quelli migliori e quelli più scadenti. Ci sono dei parametri tecnici e fisici che il terapista dovrebbe conoscere prima di acquistare una Tecarterapia. L′idea che il macchinario più produca calore più funzioni bene, è l′emblema di come si sia sempre avuta un′idea distorta di quello che dovrebbe essere la Tecarterapia. Al contrario più si usa un principio omeotermico, con un calore piacevole e diffuso e maggiore sarà il risultato terapeutico. La tecarterapia non è un ferro da stiro che emette calore da passare sulla zona incriminata, ma è un macchinario efficace quando fa in modo che sia il corpo a produrre energia e di conseguenza un aumento della temperatura interna del tessuto.
Adesso con queste delucidazioni potete capire se la terapia che vi è stata applicata rispetta quella che, secondo me, dovrebbe essere la "famosa Tecar" affinchè possa essere efficace e risolutiva. Secondo questi principi la Tecarterapia può essere applicata in ogni situazione di dolore o infiammazione acuta, sub acuta, cronica o preventiva perchè non è il macchinario che da il risultato terapeutico ma l′applicazione del protocollo esecutivo attraverso l′utilizzo del dispositivo diatermico. Per ogni ulteriore informazione o chiarimento potete contattarmi ai miei riferimenti.